Benedetto Croce, «La Critica e La Storia dell'Arte», in Breviario di estetica
Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Anche in una società più decente di questa, mi sa che mi troverò a mio agio e d'accordo sempre con una minoranza. (Nanni Moreti)
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sexta-feira, 3 de junho de 2011
Critica d'arte
«La vera critica d'arte è certamente critica estetica, ma non perché disdegni la filosofia come quella pseudoestetica, anzi perché opera come filosofia e concezione dell'arte; ed è critica storica, ma non perché si attenga all'estrinseco dell'arte, come quella pseudostorica, ma anzi perché, dopo essersi valsa dei dati storici per la riproduzione fantastica (e fin qui non è ancora storia), ottenuta che si sia la riproduzione fantastica, si fa storia, determinando che cosa è quel fatto che ha riprodotto nella sua fantasia, e cioè caratterizzando il fatto mercé il concetto, e stabilendo quale è propriamente il fatto che à accaduto. Cosicché le due tendenze, che sono in contrasto negli indirizzi inferiori alla critica, nella critica coincidono; e «critica storica dell'arte» e «critica estetica» sono il medesimo: adoperare l'una o l'altra parola à indifferente, e l'una e l'altra può avere il suo uso particolare solo per ragioni di opportunità, come quando si voglia, per esempio, con la prima richiamare più specialmente alla necessità dell'intelligenza dell'arte, e con la seconda, all'oggettività storica della considerazione. Viene cosí parimenti risoluto il problema, posto da taluni metodologisti, se la storia entri nella critica d'arte come mezzo o come fine: essendo ormai chiaro che quella storia che si adopera come mezzo, appunto perché mezzo, non è storia, ma materiale esegetico; e quella che ha valore di fine, è certamente storia, ma non entra nella critica come un elemento particolare sí bene come il costituente e il tutto; il che per l'appunto esprime la parola «fine».»
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