La vita di Faust è dunque nell'irriducibile tensione tra la logica tragica e la logica tecnica, tra la vita - nel suo movimento metamorfico, che è necessità della morte per incontrare la rinascita, presenza del dolore per tovare l'amore - e la potenza, la volontà di dominio sul Tutto. Sono le due logiche della stessa anima, e l'Occidente non può sfuggire al proprio destino di forza e di potenza, per rincorrere soltanto quella forma dell'anima faustiana, che più somiglia all'armonia apollinea della clssicità. Ma avrebbe potuto non tradire la complessità di Faust, mantenendo unite le due logiche e non profanando la misteriosa sacralità della tecnica. «Un'epoca irreligiosa - concetto che coincide perfettamente con quello di cosmopolitismo - è un'epoca di decadenza.» Il tramonto dell'Occidente ha la propria rappresentazione simbolica nel tradimento dell'anima di Faust.
Desiderare soltanto l'anima apollinea di Faust significa rimanere prigionieri di un'eterna decadenza, mentre l'esaltazione dell'anima tecnica faustiana genera, con l'illusione del progresso, il dominio e la «dittatura del denaro»: l'Occidente tramonta perché separa ciò che è organico, divide l'unità e l'integrità della sua anima vivente.»
Stefano Zecchi, «Introdução» a Il Tramonto dell'Occidente, de Oswald Spengler
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