Benedetto Croce, Teoria e storia della storiografia
Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Anche in una società più decente di questa, mi sa che mi troverò a mio agio e d'accordo sempre con una minoranza. (Nanni Moreti)
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terça-feira, 23 de agosto de 2011
Induvidui e masse
«Dopo aver fermato la mente sopra un concetto di Vico e di Hegel, è mai possibile acconciarsi ad esaminare gli altri che danno materia alle controversie degli storici e metodologisti della storia dei nostri tempi, e che sono la forma volgare, in termini naturalistici e perciò insolubile, dei problemi circa la relazione tra l'individuo e l'idea, tra la storia prammatica e la storia idealistica? Forse questa pazienza dello scendere in basso loco è meritoria e doverosa, e forse qualcosa di utile c'è da trarre anche dall'esame di quelle comuni controversie; ma io mi scuso dal prendere l'impegno, e mi restringo al solo accenno: che la questione, che da un pezzo si agita, se la storia sia storia delle «masse» o degli «individui», sarebbe risibile nella sua stessa enunciazione, se per «massa» s'intendesse, come suona la parola, un complesso d'individui. E poiché non è buon metodo attribuire agli avversari idee risibili, sarà da credere che per «massa» s'intenda, questa volta, qualcos'altro: per esempio, lo «spirito», che muove la massa degli individui; nel qual caso non è chi non veda che il problema è il medesimo di quello finora esaminato. Il contrasto tra una storiografia «collettivistica» e una storiografia «individualistica» non si comporrà mai, fintanto che gli uni assegneranno alla collettività il potere creatore delle idee e delle istituzioni, e gli altri all'individuo geniale, essendo entrambe le affermazioni vere in ciò che includono e false in ciò che escluono, e cioè non solo nell'esclusione espressa dell'opposto enuciato, ma anche in quella tacita, che entrambe esse fanno, della totalità come idea.»
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