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segunda-feira, 25 de abril de 2011

Liberdade

«È noto infatti, che non di rado uno Stato cerca di imitare il modo di vivere di un altro per quanto riguarda l'organizzazione dei mezzi di produzione, di comunicazione, ecc. Orbene questa imitazione può essere attiva o passiva, e, se giungerà al punto di essere totalmente passiva, finirà di spegnere ogni originalità nel popolo che cerca di imitarne un altro. Allora potremo chiederci: questa perdita di originalità non finirà per significare perdita di indipendenza? Dove passa la linea di discriminazione fra adeguazione al modo di vivere e di pensare di un altro popolo ed effettiva perdita di indipendenza?
Quando si parla di indipendenza di uno Stato, ci si riferisce soprattutto alla sua capacitá di difendere efficacemente i propri confini. Questa difesa viene di solito affidata alle armi, ma non solo ad esse. Può per esempio venire affidata alla diplomazia, alle alleanze, ad organismi internazionali, ecc. Non va però dimenticato che, se un alleato più forte corre in aiuto di uno più debole, questo aiuto finisce per costituire alla fin fine un pericolo per l'indipendenza dello Stato più debole, che si trova non solo aiutato ma schiacciato dal suo stesso protettore.
Ne segue che il concetto di indipendenza e quindi di libertà degli Stati risulta assai più difficile da definirsi di quanto ci era sembrato all'inizio del presente paragrafo. Il fatto è che all'inizio avevamo cercato di darne una definizione astratta, mentre ora constatiamo che essa non riesce ad adeguarsi a tutti i casi concreti.
In realtà, come ora vedremo, il concetto di indipendenza di un popolo (o di uno Stato) non può venire analizzato e precisato se non si fa diretto riferimento a tutta la sua storia, cioè alla complesse vicende che esso ha attraversato nei tempi trascorsi.»

Ludovico, Geymonat, La Libertà

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