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quarta-feira, 28 de dezembro de 2011

Il logos spurio

«Gli individui da cui prendono origine le espressioni astratte possono essere semplici specchi riflettenti e allora nella costrizione del logos si propagherà la violenza dei contatti metafisici; di regola però si instaura un rapporto tra le rappresentazioni concrete che innestandosi nell'unità espressiva dell'organismo umano si collegano, attraverso il meccanismo della causalità, ad altre serie rappresentative concrete, si manifestano come centri propulsivi di concatenazioni espressive circoscritte, in cui l'individuo è pensato come origine prima, e dànno luogo all'apparenza mitica della volontà, dell'azione e del libero arbitrio. In base al suddetto rapporto la rappresentazione astratta viene allora assunta come ratio volendi, come "motivo" per un' "azione" dell'individuo, ossia per una modificazione causale in una catena rappresentativa.
È normale che i pensieri, le parole e i discorsi degli uomini obbediscano a questo intreccio eterogeneo di spunti e cammini espressivi, cosicché una formazione grezza degli universali, una mescolanza caotica del necessario e del contingente nei nessi rappresentativi, la subordinazione di ogni prodotto astratto e discorsivo al propagarsi individuale, al di là della convergenza organica in cui si costituisce, della spinta espressiva primaria - tutto ciò potrà chiamarsi appunto un logos spurio. Se ne raffigurano varie specie, a cominciare dal discorso poetico, dove il potere astraente della parola è contrastato, la costrizione è superata dal giuoco e spesso il diaframma dell'organismo viene anche a cadere, al discorso retorico, dove la costrizione è cercata per legare, assieme agli universali, altresì gli individui, e viene chiamata persuasione, giù sino ai discorsi semplicemente umani, siano essi conversazioni, comandi, informazioni e via dicendo.»

Giorgio Colli, Filosofia dell'Espressione

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