«... atto etico e risultato estetico. Ma che significa questa formula? Essa implica una specifica ambivalenza nel concetto di «valore», una duplicità di aspetto che il più delle volte non viene notata, anche se è solo in base a questa ambivalenza che si può comprendere cosa sia in realtà un sistema di valori, che cosa si nasconda realmente dietro a immagini del mondo tanto diverse come quella del militare e quella del romanzo, e qualle sia infine la struttura comune su cui poggiano. Un sistema di valori è un prodotto di infiniti atti singoli che vengono realizzati dai diversi aderenti al sistema stesso e sono tutti volti all'identico valore ultimo, infinitamente lontano, il quale fornisce il criterio di valutazione per la loro classificazione in etici o non etici. Gli atti singoli hanno, almeno in questo senso, un valore etico; i loro risultati invece hanno un valore estetico e come tali vengono inquadrati nel sistema di valori. La totalità di questi risultati (ad esempio la guerra come totalità delle singole battaglie) rappresenta la concretizzazione estetica del sistema (o del sistema parziale) nel mondo esterno; una concretizzazione che nell'attimo stesso in cui compare è già sorpassata, è già divenuta storica, ed anzi, in fondo, non appartiene neppure più al sistema. Il sistema è infatti viva prosecuzione dello sviluppo; esso è fatto unicamente di presente e di futuro.
Questa sua radicale soggezione al concetto di sviluppo, questo orientamento volto unicamente al futuro e ad un fine assoluto che sta oltre il presente, conferiscono ad ogni sistema di valori quel carattere battagliero che gli è intimamente connaturato.»
Hermann Broch, Il Kitsch
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